
Il fantasma del Natale prostrato

Il Natale ai bimbi buoni
porta doni e convulsioni.
Capodanno, che entusiasmo,
porta pure il broncospasmo.
La Befana vien di notte,
dei tuoi piani se ne fotte:
mette un virus nel calzino,
salta il viaggio per Berlino.
E poiché questo è l’inizio,
tieni chiuso ogni orifizio:
la fortuna ha pronto un dardo
da scagliare il 4 marzo.
Hola cicatrice

Ciao ruga, non ti ho vista arrivare. Ma no, no, accomodati. Posso offrirti qualcosa? Però se ti do un dito poi non ti prendere anche il contorno occhi.
Bentrovata smagliatura. Sì, va bene, hai ragione: mi ricordi di essere stata capace di qualcosa di grande. Capace tipo un bagagliaio, un frigorifero, una cisterna.
Ora stai calma però, ho capito. Non ti allargare.
Hola cicatrice. Certo che ti ho vista. No, non ti sto ignorando. È che mi hai fatto del male. Senti, riparliamone stasera di fronte a una bottiglia di olio emolliente, ti va?
Hey doppie punte, fermate quella linguaccia biforcuta. È vero, devo prenotare il parrucchiere. Lo faccio oggi. Oppure domani. Appena ho un attimo. Nel 2025.
Buongiorno cambi di programma, salve errori, benarrivate deviazioni, benvenute sbavature.
L’imperfetto è indicativo, il passato è remoto. Il presente è adesso, e adesso provo ad amarvi.