Auguri doppi

“Auguri doppi”, dicevano, e io mi accarezzavo il pancione.
Metà di loro mi guardava come se fossi un animaletto o un cupcake con la glassa: ho imparato che per molti i gemelli – e le gravide di gemelli – stanno nello scaffale Tenere Amenità, un ripiano sotto i gattini.
L’altra metà chiosava seria “ne avrai bisogno”: più una iettatura che un convenevole. Di solito erano neo genitori stanchi.

“Auguri doppi”, dicevano, mentre spingevo il passeggino senza capacitarmi di cosa fosse successo.
Se diventare madre è un’esperienza ambivalente, ritrovarsi di colpo con due figli è come avere dentro un’orchestra di 70 elementi, tutti ubriachi. Una cacofonia di emozioni: fiato alle tube e nervi alle corde.

Auguri doppi, vorrei dire adesso a quella donna che il minuto prima sorride e quello successivo è in preda ad angosce apocalittiche. Va tutto bene e se va male andrà meglio.

Auguri doppi per l’allattamento: a volte ti sentirai una mucca da latte, altre una mucca da latte felice.
Auguri doppi per il tuo corpo: quello che è stato e quello che possiedi ora. Entrambi hanno fatto di tutto per meritare il tuo rispetto.
Auguri doppi per le risposte di rito: sì sono gemelli, no sono eterozigoti, sì sono maschio e femmina, no non abbiamo altri casi in famiglia, sì in gravidanza ero un dirigibile, no non mi assomigliano per niente e grazie per averlo notato. Resisti: a un certo punto la gente smetterà di voler constatare. Ah, e Pietro avrà la tua faccia.
Auguri doppi per i gesti: alcuni li ripeti perché vuoi, altri perché devi. Accudire due neonati è tutto un fare e rifare, tu sei brava una volta di più.

Ma soprattutto, auguri doppi all’uomo che la sera ti stringe e si complimenta: “come sei forse”. Tra la decisione e l’incertezza c’è una lettera di differenza: è il genere di cose che vi fa ridere insieme.
Un amore così ti abbraccia per intero, zone grigie incluse. Dentro un amore così, puoi stenderti ad aspettare il sole.

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